WHEN IN ROME | a cura di Angela da Silva | Palazzo Antonelli, Roma
WHEN IN ROME
Elizabeth Lewis | Natalia Triantafylli | Nynke Koster | Elissa Lacoste | Anna Jožová
a cura di Angela da Silva
OPENING Giovedi 12 Giugno 2025 | 18.00 – 21.00
Palazzo Antonelli | Via di Monserrato, 34 | 00186 Roma
SWING Design Gallery è lieta di presentare When in Rome, primo ciclo di un progetto espositivo a cura di Angela da Silva, che mette in dialogo opere di arte e design contemporaneo da collezione con storici contenitori architettonici della città di Roma, luogo di ispirazione e meta privilegiata per generazioni di artisti internazionali sin dall’antichità. La galleria, fondata nel 2011 da Angela da Silva, si confronta per la prima volta con gli spazi di Palazzo Antonelli, luogo segreto e ambiente d’eccezione nel cuore della Roma Barocca. When in Rome apre le porte alla ricerca di alcune tra le giovani interpreti più sofisticate sulla scena del collectible design, tracciando una mappa intima che dialoga con la storia, l’architettura, la memoria e la natura degli spazi. In un incontro tra antico e moderno, la materia, la vegetazione e i profumi del luogo si mescolano a forme nuove. In mostra vasi, sculture, lampade, specchi e sedute, oggetti funzionali ma raccontati come presenze suggestive in simbiosi con il contenitore che li accoglie. La storia di Palazzo Antonelli, la cui struttura originaria risale al Cinquecento, per la durata di un giorno, si intreccia alle opere di cinque giovani designers donne, di differente formazione e provenienza geografica, con un comune approccio investigativo ed estetico che rievoca archetipi e atmosfere perdute.
Elizabeth Lewis (nata a Pekolbin, Australia nel 1997. Vive e lavora a Rotterdam, Paesi Bassi).
Ceramista australiana, realizza vasi e sculture ispirate da un’estetica che guarda alla mitologia, alle rovine architettoniche, all’ignoto. Una riesplorazione personale di forme classiche si traduce in anfore ornate da serpenti e creature non del tutto riconoscibili. La sua collezione Grotto invoca sentimenti cosmici di riscoperta e ci ricorda quanto poco possiamo comprendere della realtà, quando favole, storia ed esperienza vissuta si intrecciano. In mostra, una selezione di lavori realizzati negli ultimi anni tra la sua casa in Australia, una residenza in Danimarca e, più recentemente, i Paesi Bassi.
Natalia Triantafylli (Nata ad Atene, Grecia nel 1992. Vive e lavora a Londra, UK).
Designer greca, la sua ricerca esplora la tensione tra autenticità e standardizzazione, spesso partendo dall’argilla. I suoi progetti si concentrano sull’i nterazione tra texture, forma e funzionalità, sfumando i confini tra estetica industriale e artigianale. Crea oggetti ibridi combinando la ceramica con tecniche come la stampa 3D e la scansione. La sua ultima collezione Chimeras and Hybrids è una fusione tra ceramiche realizzate a mano e i loro alter ego stampati in 3D. Il modo in cui crea le parti digitali dell’opera è molto pratico. Non le modella in 3D, ma modella le forme in argilla. Queste forme in argilla verranno successivamente digitalizzate utilizzando la fotogrammetria, che le consentirà di creare un modello 3D a partire dalle immagini di un oggetto. Attualmente è residente presso la Fondazione Sarabande, fondata dal defunto Lee Alexander McQueen.
Nyenke Koster (Nata a The Hague, Paesi Bassi nel 1986. Vive e lavora a The Hague).
L’ approccio alla ricontestualizzazione pervade l’opera di Koster, in particolare nella sua collezione Elements of Time. In questa serie Nynke Koster trasforma i resti architettonici in arte tangibile e interattiva, fondendo la solidità storica con la fluidità del presente. Questa serie di oggetti funzionali, sono tutti calchi di dettagli architettonici di edifici monumentali di secoli diversi. Accostando questi elementi, Koster crea un dialogo tra epoche diverse, condensando il tempo in un’unica linea coerente. Le forme fredde e rigide dell’architettura sono ammorbidite dall’uso di gomma colorata, creando un’ intensa interazione tra materiale e forma. Qui la sua opera non si limita a preservare il passato, ma gli conferisce un nuovo posto nel mondo contemporaneo, invitandoci a interagire con esso in modi nuovi e inaspettati.
Elissa Lacoste (Nata a Le Creusot, Francia nel 1994. Vive e lavora a Burgundy, Francia).
Designer sperimentale francese, ha conseguito il Master alla Design Academy di Eindhoven nel 2018. Il suo lavoro nasce dalla sua fascinazione per il selvaggio, l’ inspiegabile e il sensoriale. Texture non convenzionali e vibranti, le sue opere scultoree oscillano tra il reale e il surreale. Affascinata dalle capacità dei materiali, esplora diverse tecniche, ma preferisce sperimentare in modo intuitivo, senza ricorrere alle conoscenze artigianali tradizionali. La nuova collezione Tinted Mirrors è una serie di specchi da parete scultorei che fondono superfici riflettenti con corpi minerali texturizzati. Composta da vetro specchiato colorato riciclato e materiali compositi come gesso acrilico, vermiculite, mica e pigmenti, ogni cornice evoca un frammento geologico o una crosta organica. Le tonalità vibranti degli specchi distorcono e colorano il riflesso dell’osservatore, alterando la percezione e introducendo una dissonanza cromatica tra soggetto e immagine. Le superfici suggeriscono corallo, depositi minerali o residui industriali: una materialità ibrida, sia naturale che artificiale.
Anna Jožová (Nata a Praga, Repubblica Ceca nel 1996. Vive e lavora a Praga). Artista e designer che lavora con il vetro al confine tra arte e design. La sua collezione Dysplasio riflette il recente focus sull’estinzione, le irregolarità dello sviluppo e i repentini cambiamenti nell’evoluzione delle specie. Ancora una volta, l’artista rivolge la sua attenzione a processi spesso percepiti come negativi, ma che in realtà considera manifestazioni naturali della variabilità della vita: sconvolgimenti essenziali all’interno degli ecosistemi. Le forme delle opere esposte si ispirano al rapporto ospite-parassita, parte inscindibile dell’evoluzione naturale. Ogni superficie combina due trattamenti contrastanti, di cui uno prevale visivamente. Rilievi impressi con organismi si scontrano con il vetro liscio e trasparente, creando un’interazione dinamica tra organico e sintetico, familiare ed estraneo. Allo stesso modo, le opere illuminate esplorano la fragile interazione tra due entità coesistenti, dove l’armonia è fondamentale per la sopravvivenza o segnala il potenziale collasso.